“Past Lives” è sicuramente tra i film degni di nota di quest’anno nonostante siamo soltanto all’inizio delle sue proiezioni essendo uscito solo due giorni fa in Italia. “Past Lives” ha debuttato nel 2023 al Sundance Film Festival esattamente un anno fa, per poi fare il giro dei festival più prestigiosi come la Berlinale, raccogliendo lungo il percorso premi e plausi, fino ad approdare nelle sale italiane il 14 febbraio 2024, dopo aver fatto tappa alla Festa del cinema di Roma in autunno. Il film, che ha ricevuto anche due candidature all’Oscar, narra in modo disarmante la storia di due individui, trasformandola in un racconto straordinario trasmettendo emozioni profondamente complesse, sospese tra rimpianto, amore, il desiderio di aver esplorare vite parallele, e quella sensazione peculiare di anelare ciò che è irraggiungibile. Descrivere questa tematica a parole risulta arduo, eppure “Past Lives” riesce a farlo emergere con chiarezza, sfruttando l’illuminazione, il montaggio, la narrazione e le interpretazioni. Questo livello di qualità cinematografica è tanto più sorprendente e impattante considerando che si tratta del debutto cinematografico di Celine Song, regista e sceneggiatrice del film, coreana naturalizzata canadese.
La narrazione del film si snoda attorno alla figura di una giovane donna che, durante la sua adolescenza in Corea del Sud, vive un breve ma intenso idillio amoroso poco prima di traslocare negli Stati Uniti con la sua famiglia, lasciandosi Seoul e il suo amore giovanile alle spalle. Anni dopo, un insieme di coincidenze la spinge a cercare su Facebook il ragazzo con cui aveva condiviso quei giorni, ritrovandolo e risvegliando sentimenti nostalgici. Nonostante la distanza e le rispettive relazioni attuali, i due iniziano a comunicare attraverso Skype, sviluppando nuovamente un legame emotivo profondo che li porta infine a sentirsi irrimediabilmente attratti l’uno verso l’altra, nonostante le complessità di riavvicinarsi fisicamente.
“Past Lives” si distingue per la sua profondità narrativa, puntando su dialoghi intensi che permettono allo spettatore di cogliere i non detti e le emozioni sottili come se stesse spiando segretamente. La magia del film risiede nell’osservare l’evolversi di sentimenti complessi e insoliti tra i protagonisti, trasformandosi in una esperienza visiva unica. Inoltre, la figura del fidanzato della protagonista a New York aggiunge uno strato di originalità al film: anziché relegarlo a un ruolo stereotipato di fidanzato geloso, Celine Song gli conferisce una personalità distinta, guidandolo verso scelte e comportamenti che, pur essendo difficili da accettare, risultano affascinanti da analizzare. Questa scelta narrativa non solo arricchisce la trama, ma si pone come motivo di merito per l’opera, dimostrando un’approfondita comprensione dei personaggi secondari oltre che dei protagonisti.
Questo film si distingue come uno dei più notevoli dell’anno, non soltanto per la sua storia e per le candidature a miglior film e migliore sceneggiattura originale agli Oscar 2024 ma anche in quanto stimola profonde riflessioni nei suoi spettatori. La tipica problematica dell’adattamento e del doppiaggio italiano è stata eccezionalmente superata grazie al modo particolare in cui è stata gestita. La barriera linguistica tra i personaggi, con lei che ricorda qualcosa della lingua coreana e lui che parla un inglese rudimentale, e la presenza di un terzo personaggio totalmente estraneo alla lingua coreana, si rivela essenziale alla trama. Per fortuna, la versione italiana ha preservato questa peculiarità, optando per doppiare solamente le parti in inglese e mantenendo il coreano originale con sottotitoli, in modo da conservare l’autenticità della diversità linguistica e culturale. Questa scelta non solo rispetta la diversità di lingue e mentalità ma arricchisce ulteriormente l’esperienza cinematografica, rendendo il film un ponte verso il mondo passato della protagonista.
“Past Lives” si manifesta non tanto come un tradizionale film d’amore, ma piuttosto come una meditazione profonda sul tempo e sulla nostalgia, un sentimento così potente da sovrastare ogni altra emozione. Attraverso le finemente delineate traiettorie dei suoi protagonisti e le loro delicate interazioni, il film invita gli spettatori a costruire mentalmente un racconto parallelo, quello della vita non vissuta. Indipendentemente dall’identità culturale, dal genere o dall’esperienza personale, “Past Lives” riesce a evocare un forte senso di identificazione, spingendo a riflettere su come sarebbe stata la vita della protagonista se non avesse lasciato Seoul per l’amore adolescenziale. Lei ora è un’artista, lui è profondamente influenzato dalla cultura coreana, ambendo al successo. Nonostante le apparenti incompatibilità, la loro connessione suggerisce che la realtà sarebbe stata molto più sfumata. Il film si conclude con una scena memorabile: un finale silenzioso su un marciapiede notturno, un momento che incapsula l’essenza del grande cinema, capace di catturare e mantenere l’attenzione dello spettatore in modo indimenticabile.